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Osservatorio “Unified Communication & Collaboration”

Osservatorio “Unified Communication & Collaboration”

Osservatorio “Unified Communication & Collaboration”

La consapevolezza da parte delle aziende sul ruolo chiave della comunicazione integrata nella creazione e il mantenimento del proprio vantaggio competitivo in un contesto di mercato sempre più globale è oramai un dato di fatto. Questo perché l’evoluzione tecnologica, la maturazione del VoIP, la diffusione del video e del IM come nuovi strumenti di comunicazione stanno rendendo tangibili i principali benefici della comunicazione integrata ovvero un migliore rapporto con il cliente, l’ottimizzazione dei processi interni e l’adozione di nuove forme di organizzazione del lavoro che da una parte permettono la riduzione dei costi aziendali e dall’altra garantiscono un minore impatto sull’ambiente. La comunicazione integrata quindi non è più soltanto un’insieme di strumenti tecnologici ma piuttosto una strategia aziendale per l’integrazione dei propri processi interni.

L’osservatorio “Unified Communication & Collaboration” ha l’obiettivo di evidenziare, tramite l’analisi di casi di successo e di esperienze dirette dei partecipanti, i processi aziendali più sensibili all’adozione di questa strategia, insieme ai cambiamenti più importanti che essa porta all’interno di un’azienda, a confrontarsi sulla correlazione o meno dei suoi benefici con la dimensione dell’azienda, e, infine, fare luce sui trend tecnologici e le strategie di prodotto dei principali fornitori che operano in questo mercato.

23 ottobre 2014 in Smau

La case history di Pasta Rummo ha caratterizzato l’Osservatorio di ANFoV presentato a Smau e dedicato all’Unified Communication & Collaboration. Maurizio Tondi, Head of Emea Market Development di Italtel ha presentato l’intervento che ha previsto l’introduzione della telefonia Voip in azienda integrando il tutto con i terminali esistenti e introducendo servizi come audio e videoconferenza con condivisione del desktop e delle informazioni.

Messaggistica aziendale e invio di file tramite la piattaforma sono le altre funzionalità comprese nel progetto oltre all’abilitazione di nuove potenziali applicazioni da sviluppare in futuro legate al ciclo di vita di Pasta Rummo come, per esempio, l’integrazione con gli ambienti della logistica.

La soluzione di Italtel ha quindi permesso all’azienda manufatturiera di riorganizzare l’attività mantenendo a stretto contatto l’amministratore delegato con la prima linea dei manager e questi con i loro gruppi di lavoro. “In azienda non si fanno più riunioni” ha commentato Cosimo Rummo. Gran parte delle discussioni avviene in maniera informale e la produttività ci ha guadagnato. E’ un esempio delle potenzialità dell’UCC, alle quali le aziende italiane assegnano una priorità elevata.

Dal punto di vista del Byod, oltre il 40% delle imprese della Penisola ha deciso di supportare l’introduzione di smartphone e tablet privati, mentre, se sono relativamente poco numerose le iniziative UCC gestite internamente, molto più diffuse sono quelle dove manutenzione e gestione sono affidate all’esterno.

L’offerta d’altronde non manca. Alberto Lugetti, Head of Domestic Portfolio Italy di BT Global Services ha evidenziato l’offerta di British Telecom che vanta il pieno controllo della propria filiera di telefonia mobile. Con il passaggio a Full Mvno, BT è in grado di proporre soluzioni innovative che si differenziano rispetto a una vasta gamma di offerte standardizzate presenti sul mercato.

La risposta da dare alle aziende – commenta Lugetti – non può esaurirsi nella formula più Gb e minuti, ma deve essere più complessa”. Per esempio significa portare nella sim del cliente la Mpls (Multi protocol label switching) dell’azienda permettendole quindi di uscire nel mondo esterno con gli opportuni filtraggi di sicurezza che garantiscono il device e le applicazioni. Per gli operatori la sfida diventa quindi allargare la gamma di servizi che nel caso di BT prevedono personalizzazioni per le specifiche applicazioni del cliente, come pagamenti elettronici, Pos, rilevamento allarmi, controllo delle automobili e monitoraggio energetico.

“Oggi ci sono forze importanti che spingono verso l’utilizzo di piattaforme di comunicazione in azienda – ha spiegato Tondi di Italtel -. Il fattore più rilevante è sicuramente il passaggio all’All Ip e la disponibilità di device che crea le condizioni perché queste reti portino una serie di innovazioni che attraversano anche la struttura dell’impresa. E’ il caso di Collaboration at Work di Italtel, che in Pasta Rummo ha permesso di abilitare nuove soluzioni organizzative non legate allo spazio fisico.

24 ottobre 2013 in Smau

L’ultimo annuncio è quello di Siemens enterprise communication che diventa Unify e accompagna il cambio di brand al lancio di una nuova piattaforma che vuole mettere ordine nel variegato mondo delle comunicazioni aziendali. Un annuncio che arriva dopo i movimenti estivi nel campo delle Tlc e dei terminali e precede le ultime voci su Blackberry e il suo matrimonio con Facebook che conferma l’effervescenza del mercato dell’Unified communication & collaboration.

“Siamo in un momento di disruptive innovation”, ha osservato Claudio Chiarenza, responsabile dell’Osservatorio Anfov sull’Ucc in occasione del consueto incontro organizzato a Smau dall’Associazione per la convegenza nei servizi di comunicazione, mentre Daniela Rao, vicepresidente Anfov e Tlc research director di Idc, ha analizzato lo scenario competitivo dell’Unified communication “dove le funzioni di comunicazione one to one si fondono, perdono la loro caratteristica in termini di accessibilità e di apparati diversi e devono essere inglobate in un sistema unico senza confini e limitazioni legate al tipo di device, ai costi e al luogo in cui i soggetti si trovano”.

La domanda di soluzioni è espressa prevalentemente da aziende medio-grandi perché le piccole e piccolissime hanno un approccio più destrutturato e mirano ad avere molta mobilità risparmiando sui costi.

In questo scenario abbiamo ancora trecento milioni di euro di fatturato per il 2014 con una leggera crecita per il prossimo anno e oltre il 25% della domanda che si indirizza verso servizi di consulenza e system integration.

Le aziende medio grandi stanno affrontando una trasformazione nelle loro comunicazione. Prima voce, video e dati erano appoggiati su piattaforme con device e sistemi operativi diversi. “La mobilità è il driver di questa evoluzione – prosegue Rao -, ma centrale è il ruolo della voce. Sulla voce nessuno è disposto a fare sconti sulla qualità del servizio tanto che il 40% della spesa è dedicato alla qualità e gestione dei servizi voce fissi e mobili con una forte richiesta di efficienza”.

System integration e consulenza sono importantissimi per le aziende che stanno affrontando questo percorso ed è praticamente impossibile vedere società che vanno a realizzare progetti che coinvolgono diverse funzionalità senza una grande partnership che assicuri questo tipo di attività.

Lo scenario complessivo in prospettiva è sicuramente molto affollato con vendor, telco, Ott impegnati su segmenti di mercato non sempre differenti.

Questi soggetti si contendono soprattutto grandi aziende messe a dura prova dalla crisi, ma che hanno imparato a destreggiarsi, fare confronti su soluzioni diverse che implicano a volte scelte di discontinuità rispetto al passato con una maggiore attenzione rispetto a modalità e soluzioni nuove presenti sul mercato.

Nelle medie e grandi imprese, è la previsione di Daniela Rao, i servizi voce saranno gestiti in ambienti private cloud o in hosted Voip perché c’è bisogno di qualità e garanzia maggiore, “mentre la disponibilità al public cloud quando si parla di voce è piuttosto contenuta e prevale un atteggiamento cauto e conservativo”.

La domanda di social enterprise procede più lentamente rispetto al resto d’Europa mentre siamo più avanti rispetto a mobilità perché da sempre siamo più sensibili a questo tema visto che le piccole imprese hanno spese di mobilità doppie rispetto a quelle della rete fissa. La videocomunicazione trainerà ancora la domanda con una forte presenza del mondo degli Over the top.

17 ottobre 2012 in Smau

Achille De Tommaso, Presidente ANFoV, ha introdotto l’osservatorio, sottolineandone l’importanza in un momento in cui le aziende non possono più fare a meno di integrare le applicazioni di telecomunicazione all’interno dei propri processi produttivi. Tutto ciò comporta da un lato la necessità di nuovi investimenti, dall’altro la possibilità di sviluppare nuovi servizi e migliorare la governance aziendale.

Claudio Chiarenza, Responsabile dell’Osservatorio, Consigliere e Membro del Comitato Strategico ANFoV, ha guidato i lavori, introducendo gli ospiti e specificando i contenuti dell’osservatorio giunto ormai alla sesta edizione.

Daniela Rao, Vicepresidente ANFoV, Tlc Research Director IDC Italia, ha delineato lo scenario di mercato dell’Unified Communication & Collaboration e le previsioni al 2015. Il parco italiano dei devices, attraverso i quali passano tutte le comunicazioni aziendali, è costituito oggi da 40 milioni di oggetti. La tendenza, per i prossimi anni, è per una progressiva sostituzione dei telefoni basic-mobile con gli smartphone, una crescita moderata dei tablet e una stabilità dei telefoni fissi che rimarranno nelle aziende con linee dedicate.
Daniela Rao evidenzia che sta cambiando l’uso che si fa dei terminali, usati non solo per comunicare ma anche per collaborare. Si sta assistendo ad un approccio evolutivo nelle comunicazioni da parte degli imprenditori e ciò porterà un aumento degli investimenti. Per quanto riguarda la domanda di UCC, il valore della spesa delle aziende italiane è oggi di 200 milioni di euro. Il valore include la spesa per piattaforme hardware e software ma anche la spesa che le aziende fanno di singoli applicativi (videoconferenza, etc.). Nel 2015 si prevede un incremento di tale spesa del 3%. La maggior parte della domanda è costituita da soluzioni interne all’azienda mentre la parte restante da soluzioni “Managed UC”, “UC as a service” e servizi professionali. La crisi spinge tutte le aziende a sperimentare nuovi strumenti, ma le motivazioni sono diverse: le PMI inseguono la promessa di “comunicare meglio ma spendere meno” mentre le medie e grandi imprese stanno evolvendo dall’attuale approccio tattico (riduzione costi) ad un approccio più strategico (efficienza, collaborazione e velocità).

Vieri Chiti, Direttore Divisione Office, Microsoft ha presentato la piattaforma Lync. Con questa piattaforma Microsoft ha cercato di interpretare le tendenze che trasformano e trasformeranno il modo di utilizzare il software all’interno delle aziende. Le persone, infatti, tendono sempre più a comunicare in azienda allo stesso modo di come fanno nella vita quotidiana. Esistono poi all’interno di una compagine aziendale persone di diverse generazioni che comunicano in modo diverso. La soluzione UCC di Microsoft parte dunque da queste premesse e grazie ad integrazioni con il software Microsoft Office e Skype permette alle aziende di ottenere risparmi di costo (fino al 95% dei costi conference) e aumenti di produttività

Luca Andreani, Responsabile service engineering per la BU Enterprise Communication & Network, Selta, ha presentato, infine, la soluzione SAMubycom. Il successo di un’azienda può essere raggiunto attraverso l’ottimizzazione dei processi interni e dal miglioramento dei servizi di front-office, tutto questo accompagnato da una considerevole riduzione dei costi sostenuti per il raggiungimento degli obiettivi aziendali e dalla soddisfazione del cliente. La soluzione proposta da Selta permette una serie di benefici che vanno dalla riduzione dei costi, al consolidamento delle infrastrutture di comunicazione, alla semplicità di development, all’aumento della produttività. Il nome della soluzione deriva proprio dalla parola ubiquità: l’utente può utilizzare diversi tipi di terminale ma ha sempre e solo una applicazione client adattata al singolo device.

21 ottobre 2010 in Smau

UC&C: un diverso modo di lavorare per le aziende che vogliono competere Dopo il saluto introduttivo del presidente Achille de Tommaso, Daniela Rao, TLC Research Director di IDC Italia e vice presidente ANFoV, e Claudio Chiarenza, General Manager e Chief Strategy Officer ITALTEL, membro del consiglio di direzione e del comitato strategico ANFoV, hanno presentato i risultati dell’Osservatorio ANFoV sul tema delle UC&C. E’ seguita la tavola rotonda con le testimonianze di Andrea Lazzaroli, Manager of Solution Consultants, Marketing BU Executive – Fastweb, Angelo Morelli, Executive Partner – Accenture, e Andrea Pirone, Business Development Manager Unified Communications – Cisco Italia.

UC&C: sicurezza IT e virtualizzazione sono gli investimenti prioritari

Nella fase iniziale del mercato le aziende guardavano soprattutto al VOIP come mezzo per ridurre i costi operativi. La fase attuale è ancora volta a migliorare l’infrastruttura, si investe soprattutto su sicurezza, virtualizzazione e consolidamento dell’ICT; si stanno utilizzando le UC&C per migliorare i processi e le mansioni a maggior valore aggiunto. In Europa il mercato UC&C cresce di oltre il 20% l’anno. L’Italia cresce intorno al 16%: circa 15 000 aziende hanno soluzioni strutturate. La crescita dei “mobile workers”, comprendendo in questa definizione tutti coloro che trascorrono il 30% o più del proprio tempo fuori dalla sede principale dell’azienda, è sicuramente il fattore che più spinge le aziende verso l’adozione di UC&C. In Italia sono ormai più di 4 milioni di persone, in crescita di oltre il 5% nel 2010. Sono tutti lavoratori che utilizzano strumenti di collaborazione dell’azienda e per conto dell’azienda

Anche gli ospiti intervenuti alla tavola rotonda, da Cisco, Accenture e Fastweb, in rappresentanza dei vari attori della filiera delle UC&C, hanno confermato le tendenze in atto, in particolare il fatto che le UC&C sono uno strumento di produttività dei processi. E’ molto interessante il tema degli “argomenti di vendita” verso le aziende interessate. Per le PMI, i costi sono il punto fondamentale, ed è quindi necessario dimostrare che i minori costi fissi allocati sul personale grazie alle UC&C portano un effettivo beneficio rispetto all’investimento. Nel caso delle grandi aziende, al tema dei costi si aggiunge la necessità di rivedere i processi e talvolta le stesse procedure aziendali. La condivisione dei dati e l’utilizzo remoto delle risorse informative aziendali, con i relativi problemi di sicurezza e riservatezza dei dati, devono essere affrontati con un lavoro di preparazione e revisione delle politiche aziendali.

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