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Osservatorio “Servizi convergenti a banda larga”

Osservatorio “Servizi Convergenti A Banda Larga”

Osservatorio “Servizi convergenti a banda larga” La convergenza tra media, telecomunicazioni e internet rappresenta una forte opportunità per i consumatori, che possono accedere ai contenuti e ai servizi preferiti in tempo reale, su una pluralità di piattaforme, e a costi inferiori rispetto al passato.

D’altra parte però la convergenza mette in discussione modelli di produzione e di business consolidati, a cominciare dell’integrazione verticale, che aveva sempre contraddistinto media e telecom quando i settori e le industrie erano rigidamente separati.

L’ingresso di nuovi operatori, i cosiddetti over the top, ha messo in crisi questo modello, disintermediando e bypassando i tradizionali fornitori di connettività e di contenuti.

L’Osservatorio sui servizi convergenti a larga banda ha dunque l’obiettivo di analizzare le nuove modalità di offerta al consumatore e le relazioni che si manifestano nella nuova catena del valore (concorrenza, accordi, sostituzione, complementarità).

I soggetti coinvolti sono tutti coloro che a vario titolo e da varie pattaforme diffusive offrono questi servizi all’utente finale: Facebook, Google, Telecom italia, Mediaset, Nokia, Samsung, Fastweb, Vodafone, Apple, Microsoft…

28 maggio 2015

Presentazione

Si discute delle principali problematiche regolatorie e di business caratterizzanti la fornitura di servizi Internet, TLC ed over the top in mobilità, nel mercato automobilistico. Si tratta di un argomento di particolare attualità, anche alla luce del recente voto del Parlamento europeo in materia di introduzione obbligatoria della eCall, che ha aperto un interessante panorama di opportunità per i diversi operatori della filiera: dai fornitori di servizi TLC a quelli di servizi IT e media, dagli enabler agli sviluppatori di applicazioni e software, dai produttori di autoveicoli alle compagnie assicurative.

Svolgimento

Non tecnologia, ma regole. Achille De Tommaso, presidente Anfov, ha sintetizzato così il problema principale del mondo dell’Internet of things aprendo i lavori dell’incontro organizzato a Roma dall’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione insieme e presso lo studio professionale associato a Baker & McKenzie.

“Servizi convergenti in banda larga – Connected car” è il titolo dell’incontro coordinato da Raffaele Giarda, responsabile dell’Osservatorio di Anfov, partner e co-head Ict practice Baker & McKenzie, al quale ha partecipato Donatella Proto, dirigente del ministero dello Sviluppo economico direzione generale dei servizi di comunicazione elettronica, che ha ricordato come l’Italia sia una best practice nel campo dell’e-call (la chiamata d’emergenza che parte automaticamente in caso di crash della vettura), avendo partecipato a vari progetti europei.

“Fin dal 2010 abbiamo partecipato alla prima fase del progetto HeEro oggi arrivato alla fase tre con la quale puntiamo a estendere l’e-call a mezzi pesanti e motoveicoli. L’idea è di testare una centrale delle emergenze unica a livello nazionale in grado di gestire le chiamate e-call provenienti da tutta Italia. Per questo vogliamo anche coinvolgere i Telematic service provider che possiedono piattaforme avanzate”. Il ministero sta cercando di fare interagire i Tsp con le amministrazioni definendo una cornice che standardizzi le chiamate e il ruolo di questi operatori. Sul piano pratico sono stati avviati anche test nella zona di Varese e sull’autostrada del Brennero, mentre l’obiettivo finale, sottolinea Donatella Proto, è la creazione di sinergie istituzionali, individuare modelli di governance multistakeholder, l’attivazione del Psap (Public safety answering point, la centrale unica di emergenza), favorire processi di standardizzazione e interoperabilità affinché non si diffondano soluzioni proprietarie che limitino la possibilità di scelta dei consumatori e occuparsi di tutti gli aspetti regolamentari relativi alla tutela di privacy e sicurezza senza dimenticare la tematica specifica sull’uso delle risorse di numerazione e sequenziali.

Un lavoro complesso che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha affrontato con un’indagine conoscitiva sui servizi machine to machine che, come ha spiegato il responsabile Aldo Milan, “ha individuato molti aspetti rilevanti per un intervento di revisione regolamentare”. Lo stato di sviluppo di infrastrutture e servizi, connettività, servizio finale e i mercati verticali sono i vari aspetti sui quali bisognerà modulare l’attività di revisione della regolamentazione anche in base al livello di diffusione dei servizi m2m. Le attuali definizioni di roaming infatti non sembrano compatibili con i servizi erogati, specialmente nel caso di dispositivi “immobili”.

La complessità della situazione è aumentata dal fatto che il m2m si compone di tanti mercati verticali che vanno dalla connected car a smart meter, smart grid e smart city.

Francesca Gaudino, partner Baker & McKenzie, ha esaminato i complessi aspetti relativi alla privacy. “Le tecnologie attuali sono più pervasive e meno visibili e raccolgono molti dati rispetto ai quali bisogna definirne la proprietà”.

La mobilità dei veicoli comporta anche un flusso transfrontaliero, senza dimenticare i problemi relativi alla sicurezza, visto che le auto sono un’infrastruttura It non tradizionale. Le questioni sul tappeto sono tante. I servizi delle connected car devono poter esere disconnessi dall’utente che non vuole essere localizzato e lo stesso dato può essere utilizzato per modalità diverse per le quali vanno però adottate norme differenti. La regola, osserva Gaudino, “è che bisogna evitare approcci bulimici. Si possono e si devono utilizzare solo i dati necessari per il tempo che serve”.

“La tecnologia che connette la macchina – ha concluso Francesca Gaudino – deve essere privacy by design, avere l’obiettivo della privacy fin dal momento del disegno”. E per quanto riguarda la sicurezza per ora l’approccio prevalente sembra ispirato al mondo dell’Rfid. Le misure devono essere adeguate allo stato dell’arte con un occhio rivolto al futuro verso i possibili sviluppi.

Andrea Mezzetti, associate Baker & McKenzie, ha preso in esame gli aspetti relativi alla tutela del consumatore che presentano aspetti inediti. Nel caso dei contratti a distanza, per esempio, lo scenario cambia se si parla di contratto di servizi o della fornitura di un contenuto digitale con una diversa regolamentazione del diritto di recesso. Per quanto riguarda la garanzia di conformità bisogna capire se il contenuto digitale possa rientrare nella categoria dei beni di consumo, mentre altri aspetti devono essere presi in considerazione nel caso della vendita di connected car sul mercato dell’usato.

11 giugno 2014

L’11 giugno 2014 si è tenuta a Milano la prima riunione dell’osservatorio ANFoV sui “Srrvizi convergenti a larga banda” dal titolo:” L’Innovazione in Italia: prospettive, criticità e nuovi modelli di business”

La prima edizione dell’Osservatorio sui servizi convergenti si è tenuta a Milano presso Palazzo Giureconsulti in data 11 giugno 2014 ed ha messo a confronto alcuni dei protagonisti di quella che viene definita la “guerra” fra Ott, broadcaster e Telco.

Saltata all’ultimo momento la partecipazione del Gruppo Espresso e di Telecom Italia, per problemi logistici, Microsoft, Facebook e Rai hanno dato vita a un incontro che ha messo in evidenza la concorrenza e complementarietà dei tre protagonisti.

Il presidente dell’Associazione Achille De Tommaso e Augusto Preta, Responsabile dell’Osservatorio sui servizi convergenti, hanno introdotto il convegno sottolineando le difficoltà di un mercato dove chi affitta le reti ha ritorni sull’investimento a due cifre, mentre i ritorni di chi investe nelle reti, se ci sono, sono a una cifra.

Una situazione difficile che vede da una parte gli Over the top, anche se Facebook dichiara di non gradire il termine, e dall’altra le telco. In più ci sono broadcaster come Rai che hanno appena rotto l’accordo con Google e ritirato i propri video da Youtube.

Il convegno però ha mostrato il volto conciliante di Facebook. Laura Bononcini, responsabile relazioni istituzionali di Facebook Italia, ha ricordato come “Facebook si impegna ogni giorno a collaborare con gli operatori di telecomunicazioni e con i content provider al fine di contribuire alla crescita dell’economia digitale in Italia e nel mondo, rispettando i diritti di tutti. I numerosi progetti sviluppati da Facebook fino ad oggi, come Internet.org, per portare Internet in tutto il mondo in modo tecnologicamente ed economicamente accessibile, coinvolgono già in molti casi operatori del settore. Siamo certi che in futuro le partnership con queste realtà saranno ancora più frequenti con l’obiettivo di mettere a disposizione un numero sempre maggiore di servizi digitali a bassi costi e ad alto valore aggiunto”.

Dopo avere ricordato che l’impatto economico del social network in Italia è di 2,5 miliardi di euro con la generazione di 33mila posti di lavoro, Bononcini ha sottolineato il ruolo di Facebook come “abilitatore e non competitor di Rai o publisher”. “Come abilitatore abbiamo ancora tanto lavoro da fare – ha sottolineato– anche con gli operatori locali. Il mio ruolo, aperto da circa sei mesi, che consiste nello stringere relazioni con gli operatori locali è un ulteriore segnale dell’attenzione che Facebook ha verso i produttori di contenuti con grande attenzione alla tutela dei dati personali e alla protezione dei contenuti coperti da copyright”.

Bianca Del Genio, direttore Affari legali e corporate di Microsoft Italia, ha sottolineato l’evoluzione della società, oggi guidata dal nuovo ceo Satya Nardella, che “ha cambiato pelle”.

Storicamente orientata al mondo business, oggi Microsoft è una società che guarda al consumer. Sotto la spinta dell’avvento del mobile, Microsoft “ha messo in atto una strategia completa” che l’ha portata prima ad acquisire i cellulari di Nokia, sviluppare i tablet e aprire l’uso del proprio software a piattaforme diverse comprese quelle di Apple.

Ma Microsoft opera anche nel mondo dell’advertising online con un network che va da Windows 8 alle app e alla console per videogiochi Xbox. Un competitor, ma anche un concorrente degli altri due protagonisti del dibattito.

Gianluca Stazio, responsabile corporate identity della Tv pubblica, con una lucida analisi ha tratteggiato i problemi della Rai, un’azienda che genera contenuti soprattutto di livello locale di solito non commercializzati all’estero. Di pari passo con la concorrenza perde spettatori che, nel suo caso, sono ormai maturi. Per questo ha bisogno di attrarre i giovani e capire “come i clienti fruiscono dei contenuti e quali possono essere le evoluzioni del contenuto per un nuovo tipo di pubblico”. Secondo Stazio piattaforme come Facebook e soprattutto Youtube sono competitor di Rai che ha scelto di uscire dalla piattaforma video per garantirsi un migliore ritorno economico e poter meglio procedere anche nella profilazione dei clienti. La vera miniera d’oro della pubblicità online.

Ha chiuso l’incontro un intervento di Carlo G. Someda, socio onorario di ANFoV e fondatore di Twist Off, una startup che si occupa dello sviluppo di tecnologie basate sullo studio delle onde elettromagnetiche. La saturazione delle bande di frequenze riservate alle Tlc è infatti la spada di Damocle che pende sul settore. Per questo Twist Off sta cercando di sfruttare in ambito wireless la “vorticosità” insita nelle onde elettromagnetiche, finora ignorata nel campo delle radiocomunicazioni. Someda ha presentato i risultati dei primi esperimenti relativi alle onde vorticose che potrebbero aprire nuovi spazi per le Tlc.

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