skip to Main Content

Osservatorio “Cloud Computing & Managed Services”

Osservatorio “Cloud Computing & Managed Services”

Il Cloud Computing rappresenta il modello emergente di sviluppo e di implementazione delle infrastrutture ICT che supportano l’erogazione e la distribuzione di servizi in cui il bene “immateriale” offerto è acquistabile e fruibile in tempo reale attraverso Internet.
E’ certo comunque che l’ambiente di Cloud Computing viene considerato come una infrastruttura abilitante di primaria importanza per la creazione e fruizione di servizi tipicamente one-to-many, in alcuni casi configurabile dall’utente, e rappresenta la naturale evoluzione dei modelli di Grid Computing e Utility Computing.
Questo nuovo modello di offerta sarà sviluppato dai provider principalmente per intercettare nuovi mercati finora non sfruttati con gli approcci e le offerte convenzionali.
Gli operatori tradizionali di servizi di outsourcing stanno definendo nuovi modelli di offerta: il primo passo è stato quello della predisposizione di Managed Services, che risponde a esigenze di maggiore standardizzazione dell’offerta, migliore time-to-market, più semplice implementazione tecnologica. Il passo successivo, che risponde invece alla necessità di realizzare maggiori volumi con l’ampliamento della base di clienti PMI, sarà quello dell’offerta dei Cloud Services, focalizzata sull’elevata scalabilità delle offerte, virtualizzazione e condivisione di risorse.

 

23 ottobre 2014 in Smau

L’Osservatorio di ANFoV dedicato a Cloud & Managed Services ha presentato a Smau i suoi lavori con un’analisi della situazione da parte di Daniela Rao, vice presidente dell’associazione.

Prima di tutto le cifre. Oggi questo segmento di business vale in Italia circa 800 milioni di euro “che dovrebbero raddoppiare nei prossimi tre-quattro anni arrivando al 10% della spesa It”.

Dati positivi che fanno da contrasto a budget Ict sempre in contrazione, mentre sta nascendo un grande interesse verso tutte le forme di esternalizzazione di applicazioni e servizi e l’ottimizzazione delle reti aziendali.

Dando un’occhiata a quanto succede negli Usa sul fronte dell’offerta, ha proseguito Daniela Rao che è anche co-responsabile dell’Osservatorio ANFoV, si assiste a una significativa riorganizzazione della catena del valore dei service provider e degli outsourcer che seguono un modello ispirato a quello dell’auto e che per questo viene chiamato auto factory supply chain model.

In questo modello gli operatori della catena del valore del cloud e dei managed services si stanno organizzando in quattro gruppi con all’origine il datacente e poi con due gruppi di operatori che si occupano dello sviluppo di contenuti e della definizione dell’offerta con la localizzazione dell’app store. Il quarto gruppo comprende gli operatori dell’ultimo miglio, il punto più difficile, che vede figure come system integrator, service provider e software house che interfacciano il cliente finale. Secondo le survey le aziende chiedono agli operatori dell’ultimo miglio risorse dedicate per supporto e risoluzione dei problemi, soluzioni personalizzate, sistemi di reporting, piattaforma unificata di provisioning, sistemi di reporting, modelli di self provisioning per riconfigurazione e monitoraggio, tecnologie best of breed, pay per use pricing, servizi di consulenza e un raggio d’azione globale

Il fornitore deve quindi essere “un aiuto-regista all’interno dell’azienda” ha proseguito Daniela Rao, confrontandosi con uno scenario che vede all’interno dei datacenter delle reti aziendali le aziende medio-grandi dotate di Lan e Wan superare un primo livello di virtualizzazione dei server e guardare ai processi di automatizzazione e ai sistemi convergenti. “Quello che sta avvenendo è una evoluzione progressiva dei modelli di implementazione dell’Ict in azienda con una forte curiosità verso l’esternalizzazione dei servizi”. Oggi si va verso il self run private cloud, managed private cloud, dedicate cloud con una forte commistione fra ciò che è interno e ciò che è esterno, molta sperimentazione e ampi margini di manovra per i CIO. “Flessibilità, virtualizzazione, infrastrutture convergenti – conclude la vice presidente di ANFoV – diventeranno un mantra per tutte le aziende che stanno affrontando questa evoluzione e saranno i protagonisti degli interventi di cloudificazione.

A seguire Alessandra Brasca di Ibm, Massimo Di Renzo di Ericsson e Maurizio Tondi di Italtel hanno sottolineato l’importanza del Cloud come fattore abilitante per l’innovazione in azienda e presentato l’offerta delle aziende.

 

24 ottobre 2013 in Smau

L’agenda digitale va a rilento, i mercati Ict e Tlc viaggiano sempre con il segno meno, ma qualche segnale positivo arriva dai segmenti innovativi.

Nel consueto appuntamento di Smau dedicato all’Osservatorio su Cloud computing & managed services, Anfov lancia un segnale di ottimismo e, grazie al contributo di Daniela Rao di Idc, vicepresidente dell’Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione, analizza la situazione del cloud nelle aziende italiane.

“Osservando i comportamenti di un centinaio di aziende medio-grandi che negli anni scorsi hanno implementato soluzioni cloud – ha osservato Rao – abbiamo notato che email e storage backup sono ormai entrati in molte aziende (anche medie) tanto che su questo fronte possiamo parlare quasi di una maturità di questo segmento. L’utente infatti conosce i provider ed è in grado di confrontare prezzi e servizi”.

Il panorama però è variegato. Altri servizi che vantano una maggiore criticità per le aziende hanno registrato invece una minore diffusione.

Videocomunicazione e videoconference sono strumenti abbastanza diffusi, collaboration e social “pur in modo destrutturato” si sono sono fatte largo, mentre un fronte interessante, esplorato però da un minor numero di aziende, è quello di Crm e analytics. Infine, c’è tutta l’area del document & content management che ha avuto ridotta diffusione soprattutto nelle grandissime imprese. “Queste aree possono essere considerate le più immature dove sono in corso sperimentazioni e dove i giochi sono ancora aperti”.

Quello del cloud è uno scenario nel quale vediamo esempi concreti e trasformazioni di ambienti It e tlc delle aziende oggettivamente importanti. Il paradigma, prosegue Rao, non è piu solo sulla carta, ma utilizzato nelle imprese per esplorare nuove situazioni e possibilità oltre che per ridurre i costi.

Per quanto riguarda la domanda di mercato, quest’abbiamo assistito a una significativa crescita del public cloud e le previsioni di Idc parlano di un significativo aumento anche del 25% per il 2014.

“Si tratta di un mercato che erode quote ai servizi tradizionali – aggiunge Rao -. E’ importante notare come questo territorio sia presidiato da soggetti non It come gli Over the top che su piccole e piccolissime imprese sono entrati e stanno entrando in modalita importante anche lavorando sulla leva del prezzo e offrendo servizi in modalità freemium”.

Una importante crescita è prevista anche per il private cloud che nel 2014 dovrebbe mettere a segno un aumento del 18%. Si tratta di un segmento che comprende anche una parte importante di servizi, consulenza e system integration. Il private è frequentato infatti soprattutto da grandi aziende che stanno scontando questo processo di trasformazione della risorsa Ict. “Stiamo parlando di un processo che ha a che fare moltissimo con nuove modalità di fruizione e nuovi modelli di pagamento e acquisto della risorsa”.

Il cloud computing si afferma quindi in un ampio spettro di iniziative con utenti esperti. “Dal viaggio verso il cloud passiamo all’esperienza nella nuvola”, conclude Rao che sottolinea come emerge con forza il profilo non tecnologico del paradigma che proietta l’It dentro l’azienda e rende le line of business piu vicine all’It che le supporta fino a esaltare i cambiamenti organizzativi. E come se fossero caduti dei muri all’interno delle imprese dove aumenta la collaborazione fra le varie aree.

Il cloud inoltre spinge verso l’arricchimento di competenze, la ricerca di nuovi ruoli portando come contraltare però la liberazione di risorse e nuovi driver di spesa.

 

17 ottobre 2012 in Smau

Achille De Tommaso, Presidente ANFoV, ha introdotto l’osservatorio, evidenziando l’importanza nel mercato cloud della presenza di operatori cosiddetti “over the top” non legati alla telefonia. Questi operatori prestano particolare attenzione ai terminali e ai device e sono diventati i veri player del mercato a scapito di molti operatori di TLC che per anni hanno offerto i servizi a valore aggiunto.
Siamo di fronte a una rivoluzione, i ruoli sono cambiati, gli operatori “over the top” sono adesso i veri operatori di comunicazione.
In questo scenario, il ruolo degli operatori di TLC è cambiato. Oggi, garantire la connettività, sia di rete, sia wireless, è divenuto fondamentale. Le aziende non usano la rete solo per comunicare ma anche per i propri processi produttivi. Con gli attuali modelli organizzativi, se cade la rete, un’azienda non solo non può comunicare, ma non può produrre.

Claudio Chiarenza, Responsabile dell’Osservatorio, Consigliere e Membro del Comitato Strategico ANFoV, ha guidato i lavori, specificando l’agenda e introducendo gli ospiti.

Matteo Rulli, Strategic Marketing and Product Manager, AboData, ha presentato la piattaforma PlatOne.
La piattaforma permette di raffinare le integrazioni uomo-macchina e di sviluppare una nuova generazione di soluzioni M2M. Sfruttando i servizi di connettività, sicurezza e integrazione offerti da PlatOne e i suoi servizi orientati al cloud, le applicazioni M2M potranno concentrarsi esclusivamente sulla logica di business: ridurre il time to market e minimizzare il total cost of ownership.

Enrico Deluchi, Coo-Direttore generale Cloud & Communications Factory, CloudItalia, ha presentato l’esperienza aziendale partendo da osservazioni sul mercato TLC.
Negli ultimi quindici anni il mercato TLC ha perso valore. Vi è stata una corsa al ribasso dei prezzi e delle tariffe telefoniche che ha portato a una distruzione del valore percepito da parte del cliente. Ma oggi le reti servono anche più di prima, in quanto sono necessarie non solo per la comunicazione ma anche per i processi produttivi.
Il mondo delle TELCO 1.0 è finito ed oggi TLC e IT sono integrate. I clienti necessitano sia di comunicazione sia dei device necessari ad essa.

Luca Andreani, Responsabile service engineering per la BU Enterprise Communication & Network, Selta, ha presentato, infine, la soluzione SAMubycom nella versione cloud.
La comunicazione interna all’organizzazione e verso l’esterno deve garantire una sempre maggiore flessibilità. SAMubycom coniuga un alto livello di user experience, integrabilità e semplicità nel deployment diventando un elemento chiave nella rete di comunicazione aziendale.

 

20 ottobre 2011 in Smau

Cloud Computing in Italia: prospettive di sviluppo e questioni aperte Dopo il saluto introduttivo del presidente di ANFoV, Achille de Tommaso, e di Claudio Chiarenza, General Manager e Chief Strategy Officer Italtel, membro del consiglio di direzione e del comitato strategico ANFoV e responsabile dell’ossevatorio “Cloud computing e managed services”, Stefano Nocentini, responsabile marketing top clients di Telecom Italia ha presentato il punto di vista di Telecom su questo mercato.
La visione proposta da Telecom è che il cloud computing sia soprattutto un percorso per le aziende e per le persone che lo adottano, ed è un percorso che deve essere diverso per le diverse dimensioni aziendali. Dal cloud privato per le grandi aziende, si passa ad una forma ibrida per le aziende di dimensione media, mentre il cloud pubblico è certamente più adatto alle PMI. Nocentini ha poi presentato una serie di buone ragioni per adottare il cloud: risparmi di gestione, disponibilità di risorse informatiche innovative, sicurezza. Il tutto deve essere accompagnato da adeguate politiche aziendali che spingano la cultura del cloud. Nocentini ha poi messo in luce il punto di forza della nuvola di Telecom, che è soprattutto il controllo della parte TLC. Questa non è, ovviamente, una caratteristica di tutti gli operatori di questo mercato ma è la sola, secondo Nocentini, che garantisce adeguati livelli di servizio al cliente. Dalla presentazione di Nocentini è emerso un messaggio positivo riguardo al mercato italiano, benché il livello medio di adozione rimanga arretrato rispetto ad altri paesi, i tassi di crescita sono molto sostenuti: nell’ultimo anno i numeri sono moltiplicati.

Emilio Galavotti, strategy e communication director di Acantho ha proposto la visione del cloud di un operatore regionale. Anche secondo Galavotti, il controllo dell’infrastruttura è essenziale per garantire il servizio, che deve essere soprattutto flessibile rispetto alle esigenze dell’utente. Galavotti ha poi presentato un caso reale di adozione del cloud da parte di un consorzio di aziende di distribuzione di prodotti idrosanitari, soprattutto PMI a gestione familiare. Nel caso specifico, la carta vincente di Acantho è stata la capacità di personalizzare il servizi tenendo conto soprattutto delle esigenze di sicurezza e confidenzialità dei dati. Da un punto di vista tecnico, è stata premiante la collaborazione con IBM, dal momento che l’ hardware di riferimento era costituito essenzialmente da macchine AS400.

Raffaele Sgherri, group manager, cloud e Azure di Avanade ha presentato un altro caso applicativo, che riguarda l’implementazione di servizi cloud basati su piattaforma Microsoft per il cliente Origin Digital. Origin Digital gestisce per conto dei clienti la distribuzione di contenuti video. Obiettivo di Origin era incrementare la velocità di transcodifica senza aumentare gli investimenti di capitale. In un periodo di soli due mesi, è stata messa a punto una piattaforma completamente integrata con i sistemi esistenti. I principali risultati ottenuti si possono riassumere in scalabilità del sistema in tempo reale associata ad una riduzione dei costi di gestione e di manutenzione, ma anche un abbassamento del time-to-market.

 

25 maggio 2011

Il 25 maggio, si è tenuto a Milano l’Osservatorio ANFoV sul tema “Cloud Computing & Managed Services”. Al dibattito, introdotto da Italtel e IDC, hanno partecipato Akamai, Google, Ipanema, Oracle, CA Technologies, NetConsulting. Cloud Computing: a che punto siamo?

Il tema è stato introdotto da Claudio Chiarenza, Chief Strategy Officer ITALTEL, Responsabile dell’Osservatorio e Membro del Consiglio di Direzione e del Comitato Strategico ANFoV.

Daniela Rao, Corresponsabile dell’Osservatorio e Vicepresidente ANFoV, TLC Research Director di IDC Italia, ha presentato i risultati di un lavoro di ricerca di IDC su “I principali trend di mercato in Europa e in Italia”.
Rao ha fornito una serie di dati aggiornati sui mercati italiano ed europeo, ma ha soprattutto posto l’attenzione sulla complessità e sulle numerose contraddizioni che ancora caratterizzano il cloud computing. Tra gli operatori nascono molti nuovi servizi, mentre la domanda è ancora poco consapevole e addirittura non correttamente e completamente informata riguardo alle caratteristiche e alle implicazioni dell’offerta che viene proposta.

Il cloud computing è poco più del 4% dell’IT nel mondo e dovrebbe arrivare al 9-10% nei prossimi quattro anni. In Europa, il mercato vale circa 3800 milioni di euro a fine 2010, in forte crescita come sempre avviene nelle fasi iniziali. In Italia, IDC valuta un mercato di 204 milioni di euro che arriverà a 671 nel 2014.
Se si osserva più in dettaglio che cosa le aziende indicano in questa voce, tuttavia, appare chiaro che la distinzione tra cloud computing e managed services è molto labile. A dispetto dell’etichetta, non si tratta di un’infrastruttura completamente virtualizzata, standardizzata e modulare. Le stesse modalità contrattuali sono molto vicine a quelle del mondo del licensing.

Al di là delle definizioni, è importante capire che cosa i clienti si aspettino quando pensano al cloud. Secondo la ricerca IDC, la localizzazione non è importante, le applicazioni devono essere browser-based e bisogna superare la necessità di ricorrere a competenze specialistiche. Si sta chiaramente andando verso la definizione di nuovi SLA ed è richiesto che l’offerta passi dal ruolo di vendor a quello di advisor. Il mercato del cloud computing, come tutto l’ICT sta vivendo una trasformazione continua, dettata dalla necessità degli utenti di ottimizzare le risorse e dall’enorme pressione sui budget.

Nella successiva presentazione, Claudio Chiarenza ha ricordato come si sia ormai giunti al terzo anno dell’osservatorio e sia quindi possibile tirare qualche somma su questo mercato.
La richiesta di scalabilità e la virtualizzazione da un lato, e l’attesa di minori costi, più sicurezza e qualità del servizio dall’altro, definiscono la domanda, che peraltro ha sempre molte incertezze ad adattare le strutture. Dal lato dell’offerta nascono alleanze e partnership per giocare al meglio i vari ruoli che vengono richiesti. In generale è ormai consolidato il concetto di “IT as a service” in un sistema che sempre più deve andare verso l’utenza ed essere in sintonia con l’ecosistema. E’ definitivamente tramontato il tempo in cui l’IT imponeva le sue regole. Già ora, e ancor più in futuro, dovrà essere in sintonia con gli obiettivi delle aziende a cui si rivolge.
Come successivi spunti per la discussione, Chiarenza ha anche ricordato l’importanza del cloud ibrido, che si aggiunge significativamente alle soluzioni di cloud privato e pubblico. Infine, parlando di prospettive del cloud computing, non si può dimenticare l’aspetto normativo. E’ necessario tranquillizzare il cliente sulla protezione dei dati, contando su un quadro giuridico che consenta i necessari livelli di privacy.

Luca Giuratrabocchetta, Country Manager, Google Enterprise ha illustrato come Google si sia avvalsa della forza della sua piattaforma e della sua esperienza nei servizi consumer per potenziare l’offerta verso le aziende. Anche in ambito aziendale, ci sono dei servizi che possono migrare verso il cloud pubblico, senza pregiudizi per la sicurezza e con notevoli risparmi sui costi, soprattutto per le piccole imprese. L’esperienza dimostra anche come queste aperture verso gli strumenti di collaborazione, e quindi di condivisione della conoscenza, abbiano ricadute positive sulla capacità di innovazione. Chiaramente, la valutazione deve essere fatta applicativo per applicativo, con attenzione all’integrazione con l’esistente e, soprattutto, garantendo l’indipendenza dal tipo di device utilizzato. La visione di Google rispetto al cloud, quindi, è che sia un mercato ancora iniziale ma con grandi possibilità, purché la strategia sia chiara e l’integrazione sia il filo conduttore delle scelte.

Giustino Longo, Senior Director, Oracle Consulting South Western Europe ha presentato la strategia di Oracle per il cloud, che parte dall’analisi di che cosa il cliente ha in mente quando chiede il cloud. Esigenze e motivazioni sono molto variegate, soprattutto in relazione alla dimensione dell’azienda, e così sono le scelte tra cloud pubblico, privato o ibrido. Per tutti, c’è attenzione crescente ai costi e all’evoluzione dl mercato. L’offerta di Oracle è al contempo ampia e focalizzata e comprende tutte gli elementi tipici della sua offerta. Oracle ritiene che la strategia di adozione del cloud computing richieda la massima attenzione all’architettura e un approccio sistemico perché sia l’architettura sia le tecnologie dovranno evolvere. La definizione di una roadmap che guidi la strategia è un punto fondamentale. Longo ha presentato anche un’interessante esperienza realizzata con Crédit Suisse, esemplare per quanto riguarda l’adozione di un modello con un forte accento sulla riduzione dei costi e sulla standardizzazione. Individuare correttamente il business case e gli elementi che determinano il RoI è fondamentale per guidare correttamente le scelte.

Pierpaolo Lanati, Country Manager Italia di Ipanema Technologies ha illustrato come Ipanema affronta il controllo e il monitoraggio della rete sotto forma di managed services, con un approccio metodologico completo per fronteggiare la complessità delle Reti e la molteplicità delle applicazioni che vengono fruite attraverso di esse. Anche Lanati ha rilevato la crescente convergenza nell’uso degli strumenti di interazione, come ad esempio Facebook, che sono contemporaneamente modi di intrattenimento potenti e flessibili strumenti di lavoro. In questo contesto, è necessario affrontate il problema di come garantire i livelli di servizio, come gestire in modo ottimale la rete e come ottenere la visibilità necessaria sulle performance delle applicazioni. L’approccio adottato è di censire applicazioni, misurare le performance e individuare le priorità. Un altro tema critico è l’ottimizzazione dei costi della wan e l’utilizzo efficiente delle reti ibride. Anche Ipanema riconosce l’allineamento con il business aziendale come il tema dominante nello scenario attuale dell’evoluzione dell’IT. Veronica Galbiati, Partners Channel Manager di Ipanema ha presentato un caso di studio su SGS, azienda internazionale che opera nei settori del controllo qualità e della certificazione, che ha adottato una piattaforma Ipanema in forma di cloud privato, con gli obiettivi di ottenere visibilità completa e gestione proattiva della rete, garantire le applicazioni critiche per il business e ottenere risparmi di gestione. Dopo aver adottato una soluzione globale e integrata, i risultati si possono riassumere in: SLA mantenuti al 99% per tutte le applicazioni critiche, 80% di miglioramento nel fault management, 100% di controllo della performance.

Rodolfo D’Agostino, Senior Solutions Engineer di Akamai Technologies ha presentato l’azienda e la sua attività, incentrata su un sistema per l’erogazione dei contenuti statici e dinamici via internet con una piattaforma che conta a oggi oltre 77.000 server in più di 70 paesi e oltre 1.000 reti e che serve tra il 15 e il 30 percento del traffico web mondiale. L’obiettivo è di assicurare velocità nel servizio, capacità di gestire aumenti consistenti del traffico senza la necessità di investimenti preventivi, garantire l’affidabilità del servizio erogato con una particolare attenzione alle tematiche di sicurezza in caso di attacchi o di tentativi di uso fraudolento, sia tramite attacchi di Denial of Service o volti a sfruttare vulnerabilità applicative. La diffusione imponente di questa modalità di gestione, ancorché dietro le quinte e spesso del tutto ignota all’utente, dimostra come questa accezione dei servizi cloud abbia già di fatto permeato la rete.

L’osservatorio è terminato con una tavola rotonda presieduta da Mauro Solimene, Country Manager di CA Technologies. Sollecitati sul tema del giorno ”a che punto è il cloud computing”, i partecipanti hanno convenuto che sicuramente sì, il trend è segnato sia da parte dell’offerta sia della domanda. Da più parti è stata affermata la rilevanza dell’infrastruttura che deve supportare un’offerta di questo tipo, unitamente alla sicurezza e all’importanza della governance. Dal lato dell’offerta, inoltre, è altrettanto importante la capacità di combinare i vari elementi nel modo che meglio risponde alle esigenze del cliente. Il vice presidente di ANFoV, Roberto Azzano, Project Manager di NetConsulting, ha infine ricordato come il vero volano per questo mercato in Italia sarà costituito dalla piena accettazione e adozione da parte delle PMI.

 

13 aprile 2010

Il 13 aprile 2010 a Milano si è tenuto l’ Osservatorio Cloud Computing & Managed Services di ANFoV. Il Presidente ANFoV, Achille De Tommaso, ha aperto i lavori ricordando come i due temi Managed Services e Cloud Computing spesso si sovrappongano pur essendo al contempo ben distinti fra loro. Fatto salvo che la virtualizzazione di alcune applicazioni è ormai comunemente ritenuta una buona soluzione per diminuire i costi e implementare altri aspetti quali la sicurezza, la scalabilità e l’accesso da remoto ad una moltitudine di servizi, ci si chiede come mai questi servizi non siano ancora decollati in Italia. L’Osservatorio è stato organizzato con l’obiettivo di capire come si sta muovendo questo mercato dal punto di vista dei principali attori ed esperti del settore.

L’intervento di Daniela Rao, Vice Presidente di ANFoV e TLC Research Director di IDC Italia, ha fornito una panoramica del mercato in Europa e in Italia partendo dall’identificazione del business dei servizi di Cloud Computing. L’ambiente di Cloud Computing è una infrastruttura abilitante di primaria importanza per la fornitura e fruizione di servizi attraverso la rete internet (Public Cloud) o la rete aziendale (Private Cloud), con interfacce di integrazione basate sugli standard dei web services. Il mercato dei Cloud Services è costituito da software, servizi e applicazioni costruite per essere offerte ed erogate tramite web, con un modello one-to-many e pay-per- use. Nuovi modelli di offerta si stanno delineando per gli ICT provider: un primo passo verso l’offerta di Cloud Services è stata la predisposizione dei Managed Services, che rispondono alle esigenze di maggiore standardizzazione dei servizi di gestione delle reti e delle risorse ICT aziendali. Il mercato dei Managed Services (che nel 2009 ha registrato un volume pari a 3.700 milioni di euro in Italia) è costituito dai servizi di gestione delle infrastrutture e applicazioni ICT erogati da remoto e on-site, in base a modelli di offerta misti one-to-one e basati su canoni fissi mensili. Il successivo passo è rappresentato dall’offerta di Cloud Services, che si contraddistinguono per elevata scalabilità, virtualizzazione e condivisione di risorse.

I Cloud Services, pur registrando una marcata crescita (con una media dell’8-10% all’anno) non incideranno in modo significativo nel breve periodo sui mercati ICT tradizionali. Attualmente la spesa mondiale destinata ai Cloud Services risulta ancora contenuta (9%) e resta ancora marginale rispetto all’IT on premise. Solo dopo il 2012 la diffusione dei Cloud Services avrà un impatto significativo sui modelli di acquisto e sulla domanda delle imprese, anche se la spinta della domanda di servizi broadband, di incremento del download rate e di espansione di reti aziendali integrate voce dati è ormai sempre più evidente. Il processo di evoluzione dei modelli di acquisto di risorse IT delle imprese sarà anche nei prossimi anni caratterizzato da scelte ‘ibride’ con mix di componenti on premise e servizi erogati da remoto e fruiti online. La diffusione dei Cloud Services sarà legata anche ai prodotti e servizi che continueranno a risiedere presso la sede delle aziende clienti.
Network Service Providers risultano essere, sia in Italia che in Europa, i fornitori leader di Managed Services e saranno questi operatori a sfruttare il nuovo modello di offerta Cloud-based per intercettare nuovi clienti, soprattutto tra le PMI.

Nel corso del secondo intervento tenuto da Claudio Chiarenza, Planning, Marketing & Business Development Chief ITALTEL e Consigliere e Membro del Comitato Strategico ANFoV, è stato affrontato il tema dei Modelli di Business. Operativamente si prevede che entro i prossimi 2-5 anni questi servizi entreranno a far parte del piano di fornitura aziendale. In questo periodo sarà necessario consolidare la domanda e rendere più credibile l’offerta per poter infine entrare a regime industriale. Fondamentale sarà il cambio culturale senza il quale questa tipologia di servizi non potrà entrare a far parte delle realtà aziendali.
Flessibilità, elasticità, scalabilità, maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse interne sono tra i punti di forza del Cloud Computing. Non si può fare a meno di considerare alcuni punti di debolezza quali la presenza di SW già esistenti (problemi di legacy), gli investimenti IT fatti in passato, la sicurezza, le procedure interne e gli aspetti legali. Il principale paradigma abilitato dal Cloud Computing è la possibilità di rendere variabili i costi passando da una tipologia di buy-and-own a pay-as-you-go.
In questo processo di evoluzione è fondamentale per i service provider, attraverso risorse professionali esperte, affiancare i clienti nella gestione di fattori quali l’accessibilità, la complessità, la capacità di interconnessione fisica, logica e funzionale e sottolineare le opportunità che si presentano al cliente, quali la possibilità di focalizzarsi sul proprio core business (delegando la gestione IT), la virtualizzazione e la riduzione dei costi correlati all’effettivo utilizzo dei servizi.

Il terzo intervento dell’Osservatorio ha dato spazio alla testimonianza di un vendor leader sul mercato del Cloud Computing, SALESFORCE.COM. Giuseppe Bellino Roci, Field Account Executive di SALESFORCE.COM, ha cercato di dare una risposta ai due grandi interrogativi dell’Osservatorio: perché l’Enterprise Cloud Computing in Italia non ha ancora preso piede e come mai, in presenza di un’offerta consolidata, la domanda non è matura. I servizi di Cloud Computing offrono grandi potenzialità a tutte le imprese, indipendentemente dalle loro dimensioni: la possibilità di orientarsi al proprio core business, l’architettura molto aperta, la riduzione del 46% del TCO, con un time-to-value immediato, la sicurezza dei dati, la scalabilità in tempo reale, per citarne solo alcune. Non solo è necessario un cambio culturale all’interno delle realtà aziendali, ma anche un diverso atteggiamento dell’IT che deve mettersi al servizio del business. Gli operatori e i vendor dovranno tener conto delle preferenze degli utenti, offrendo servizi Cloud semplici, basati sull’internet usage, in modo particolare strumenti di collaborazione e comunicazione come social network aziendali o e-mail e messaging.

Il quarto intervento dell’Osservatorio a cura di Paolo Sidoti, Executive Partner Communication & High Tech EALA Network Lead di ACCENTURE, ha affrontato il tema dei Managed Services in ambito mobile. L’industria delle TLC sta assistendo ad una trasformazione in cui i Managed Services rappresentano l’elemento catalizzatore. I Managed Services registrano un trend in crescita grazie ai benefici derivanti dalla gestione e dal risparmio sui costi, gli Hosted Services sono anch’essi attesi in crescita nei prossimi anni così come le Managed Operations, che rappresentano una parte rilevante del business. ACCENTURE ha sviluppato un portafoglio di Managed Services e Solutions che si basa sul pricing a transazione e la conoscenza dei segmenti industriali per poter sviluppare e proporre altri servizi alle aziende. Fondamentale in questa offerta è la collaborazione con operatori mobili, attraverso l’utilizzo di piattaforme gestite in service. In questo mercato i Managed Services con la possibilità di associarsi all’offerta di Cloud Computing rappresentano un elemento di accelerazione dei processi di vendita e trasformazione del settore TLC.

L’ultima presentazione dal titolo “Cloud Infrastructure Service: l’approccio di COLT al mondo Cloud” a cura di Dionigi Faccenda, Italy Directory Managed Services di COLT Telecom, ha fornito un’esperienza concreta di un operatore TLC nel settore dei Managed Services, che da anni fornisce servizi erogati da data center di qualità molto elevata. L’offerta COLT è consolidata, con una tecnologia già disponibile e un sistema di partnership molto forte. Dall’esperienza maturata nel contatto con la realtà industriale italiana, emerge che nonostante la maggior parte delle imprese stia effettivamente pensando a questi servizi, le resistenze interne sono enormi. Inoltre l’80% delle applicazioni sono proprietarie e locali e non tutte possono migrare nel Cloud Computing. Al di là di ogni concreta difficoltà, la prima barriera da abbattere resta quella culturale.

Il presidente ANFoV, Achille De Tommaso, ha concluso l’Osservatorio lasciando spazio ad alcune riflessioni e alle domande dei partecipanti.

Nino Catania, Direttore generale ANFoV, ha posto il quesito sul problema della privacy e della protezione dei dati nella gestione di queste nuove tipologie di applicazioni e servizi. Il problema legato alla sicurezza dei dati e alla gestione e protezione dei dati a volte sensibili da parte di terze parti effettivamente esiste, ma non sono state ancora sviluppate risposte concrete che verranno elaborate in futuro dall’Autorità delegata.

Fulvio Ananasso, Direttore di ISBUL presso AGCOM, ho posto un quesito sul tema della cultura digitale e della reale necessità di investimenti massicci in banda larga. Tutti i partecipanti hanno convenuto che il problema del digital divide non è unicamente legato alla questione della banda larga. Al di là della capillarità della banda è necessaria una tipologia di rete efficiente che permetta anche all’Italia di rimanere all’avanguardia e al passo con gli altri paesi europei. La banda è sicuramente uno degli elementi che favoriranno il superamento del digital divide, ma da sola non basta. E’ necessario uno sforzo comune nel fare cultura e innovazione, uno sforzo che coinvolga tutto il sistema Italia, le istituzioni, gli operatori TLC e IT e le imprese stesse.

Il presidente De Tommaso prendendo spunto dai temi trattati nel corso dell’Osservatorio ha espresso alcune riflessioni sulle possibilità di sviluppo di questo mercato e sulle opportunità di applicazioni innovative quali il Cloud Computing per le realtà industriali italiane, incluse le PMI. Fondamentale resta la necessità di disporre di una rete accessibile da tutti per ridurre il digital divide e favorire lo sviluppo di applicazioni di Cloud Computing, anche laddove la rete possa sembrare meno utile. L’evoluzione di questi servizi ha fatto sì che una convergenza tra IT e TLC sia effettivamente avvenuta trasformando di fatto gli operatori TLC in service provider. Managed Services e Cloud Services rappresentano la vera evoluzione degli operatori di TLC grazie al fatto che gestiscono la rete, pur rimanendo quest’ultima un elemento di debolezza.
Nell’approccio diretto con le aziende è fondamentale sottolineare i benefici che si profilano con l’adozione delle applicazioni di Cloud Computing, primi fra tutti i risparmi sui costi associati per esempio ai server on premise (costi di manutenzione, logistica, elettricità) o sui costi delle licenze e della loro gestione, senza dimenticare alcuni timori espressi dalle aziende legati alle infrastrutture IT esistenti in azienda, alla non capacità di gestire le transizioni, all’offerta di operatori non affidabili.

Il presidente De Tommaso ha concluso i lavori sottolineando l’importanza di questo Osservatorio che insieme all’Osservatorio sull’NGN rappresenta uno dei temi di discussione più importanti e attuali. L’aggiornamento periodico e costante su questi ed altri temi rappresenta l’impegno di ANFoV nei confronti dei suoi associati e dei principali attori dei settori della comunicazione.

Back To Top